Il pregnenolone è un ormone steroideo che deriva direttamente dalla conversione del colesterolo. È il nonno di tutti gli ormoni steroidei e svolge la sua azione indiretta attraverso la conversione in estrogeni, testosterone, dea, cortisolo e aldosterone.

Agli inizi del ‘900, quando ancora non erano note le proprietà del cortisone, veniva utilizzato per curare le sindromi dolorose, lo stress e la fatica cronica. Ad oggi, l’uso di questo ormone nelle sindromi dolorose è ampiamente descritto nella letteratura scientifica.

Fisiologicamente, la produzione di questo ormone si riduce con l’età, in particolare dopo i 40 anni. Inoltre, peggiora nei periodi di stress, nelle diete povere di grassi buoni e nei periodi di inattività fisica.

Ma quanto pregnenolone produciamo al giorno?

Più o meno ne produciamo dai 10mg ai 50 mg e, dal momento in cui il corpo ne produce meno, sarà necessario integrarlo con dosaggi studiati ad hoc per ogni paziente.

L’azione che esercita il pregnenolone sul cervello è straordinaria: grazie alle sue proprietà adattogene, modula l’attività del sistema nervoso in maniera dose dipendente:

  • migliora la memoria;
  • migliora il tono dell’umore;
  • migliora la percezione del dolore;
  • migliora la reazione allo stress;
  • migliora la sensibilità all’insulina con un ottimo controllo sulla deposizione del grasso viscerale;
  • combatte la sindrome premestruale;
  • influenza positivamente il sistema immunitario.

Il pregnenolone bioidentico può essere assunto in compresse a rilascio modificato o per via topica. È utile anche nelle preparazioni galeniche in associazione ad altri ormoni bioidentici per lo skin aging del viso.

Si raccomanda l’assunzione del pregnenolone e di tutti gli ormoni bioidentici sotto stretto controllo medico.